Musica, che cos’è? La storia di Patrizia

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Musica, che cos’è?

Fino all’anno scorso per me la musica era qualcosa che ascoltavo senza però emozionarmi. Era qualcosa che  mi scivolava addosso e non entrava dentro di me.

Da quest’anno ho scoperto quanto sia meraviglioso ed emozionante perdersi tra le note oppure tra le parole delle canzoni.

Detto da me che sono sorda profonda e porto gli impianti cocleari non è banale, né scontato.

Fino a tre anni fa portavo le protesi acustiche. Poi ho cominciato a sentire che mi stavano troppo strette e ho deciso, con l’ok del medico, di farmi operare per poter mettere gli impianti. Dopo quasi tre anni di riabilitazione per poter sentire in modo nuovo, ho avuto una bellissima sorpresa:  ho cominciato ad emozionarmi ascoltando delle canzoni. La cosa bella è che non me l’aspettavo, non avevo nemmeno messo in conto di poterci riuscire.

I primi tempi  l’emozione era doppia: quella di sentire e quella che mi procurava la canzone.

Anche ora che sono passati alcuni mesi continua ad essere così.

Sto scoprendo piano piano quanto sia meraviglioso lasciarsi cullare dalla musica.

Quando portavo le protesi, sentivo sì, però non come ora. Con gli impianti è un modo diverso di sentire, si hanno più sensazioni e di conseguenza più allargamenti emotivi, più pensieri. A volte è faticoso gestire tutto quello che si prova soprattutto se non si è abituati. Le protesi acustiche amplificano il suono, mentre gli impianti si avvicinano più all’orecchio umano, ma non sono come l’orecchio umano.

Ho scoperto la meraviglia del sentire, quante emozioni nuove si provino, quanto sia bello conoscere il pensiero degli altri, le loro emozioni, sentire la gente che racconta le proprie debolezze,  i propri limiti, le proprie paure, le proprie gioie, i propri dolori, i propri desideri. Ogni volta che le ascolto mi sembra di entrare in un mondo nuovo, a me poco conosciuto. E’ il mondo delle sensazioni che si provano ascoltando l’altro che parla e che si esprime. Mi fa sentire un pò più parte del mondo. Ogni volta è una nuova sensazione ed emozione.

Ritornando alla musica, per l’ascolto delle canzoni mi aiuto usando i miei cavetti che collego all’impianto e al computer e leggendo i testi delle canzoni, almeno fino a quando non le conosco abbastanza da poterne fare a meno.

C’è una cosa che mi incuriosisce molto: come si fa a mettere insieme nota e parola. Trovo che sia una cosa difficilissima per me, un obiettivo impossibile da raggiungere.

Un’altra domanda che mi faccio spesso è: come sente la musica la gente udente? Il confronto credo che sia difficile, però credo che sia bello poter avere uno scambio di sensazioni  e pensieri reciproco. Questo mi aiuta a capire cosa sento e non sento. Ogni tanto quando si parla di musica mi faccio spiegare come “funziona” la musica. Cos’è la melodia, l’accompagnamento, la tonalità, i tipi di strumenti, ecc. Mi scopro curiosa ed interessata all’argomento.

Alcuni miei colleghi, venuti a sapere del mio “ingresso nel mondo della musica”, mi hanno fatto un regalo: mi hanno mandato dei link con alcune canzoni appartenenti a diversi  generi musicali. E’ stata veramente una  bellissima sorpresa per me.

Sono anche molto curiosa di provare a sentire le note degli strumenti. Mi hanno consigliato di provare con il pianoforte perché le note sono più nette e più facili da riconoscere.

Un’altra cosa che mi piace e mi emoziona tanto è il ballo.

Quando portavo le protesi ho fatto un corso di danza moderna. Me la cavavo benino perché mi aiutavo con la vista (guardavo gli altri), con i sensi  e contando i passi. Ho imparato anche a ballare il liscio grazie a mia mamma che con pazienza e tenacia mi guidava. Ho frequentato anche un corso di ballo liscio con degli amici. Con l’aiuto della guida del mio partner e delle sensazioni corporee che la musica mi procurava, si può dire che me la cavavo. Non ho ancora provato a ballare con gli impianti, non ne ho ancora avuto l’occasione.

Trovo che sia bello potersi muovere al ritmo della musica, anche se mi chiedo come si faccia a mettere insieme musica e movimento. Da sola non ci riuscirei, ho bisogno di altri supporti.

Tutte le persone che mi conoscono sanno del mio handicap uditivo e che porto gli impianti cocleari. Non mi sono mai posta il problema se dirlo o no. L’ho sempre detto anche perchè non trovo nulla di cui vergognarsi.

D’altronde fa parte della mia vita e le mie scelte spesso sono state e sono tuttora vincolate dalla sordità. E’ un handicap che influisce sulla vita.

Se la gente lo sa ricevo più aiuto, sanno che se non capisco non è perché non ho sentito e se qualche volta sbaglio lo faccio in buona fede. Mi accorgo quando non sento e chiedo di ripetere tranquillamente, ma a volte può capitare che mi sfugga qualcosa involontariamente.

Un giorno durante un corso ho fatto una prova:  ho detto al docente, ma non ai partecipanti, del mio problema. Volevo provare a seguire la lezione senza che gli altri sapessero del mio handicap.

Alla fine mi sono trovata a disagio perché ogni tanto capitava di avere bisogno di fare ripetere soprattutto quando gli scambi verbali erano veloci, poi quando succedeva di parlare delle proprie esperienze diventava difficile perché, come ho detto, la mia vita e le mie esperienze sono imprescindibilmente legate al mio handicap.

Purtroppo la sordità è un handicap che è un pò sottovalutato perchè spesso la gente pensa che sia sufficiente ripetere le parole, ma in realtà non è così.

Qualcuno mi ha chiesto come faccio con mia figlia. Devo dire che la sento bene. Parla bene e non le ho mai nascosto il mio handicap, gliel’ho detto da subito cercando di usare il linguaggio dei bambini.

E’ bello sentirla parlare, cantare, riuscire a sentire quello che mi dice dal seggiolino posteriore dell’auto. Con le protesi avrei sicuramente fatto più fatica.

In generale devo dire che sono molto contenta di avere messo gli impianti perchè mi ha dato tanti vantaggi, mi fanno sentire più parte del mondo. Tornassi indietro rifarei la scelta. Non poter udire è veramente brutto.

Patrizia